La metodologia del monocromo: da Fontana a Valentino

COME FARE DI UN GRANDE ARCHIVIO UN ECOSISTEMA VIVO ED ATTIVO?

La risposta è negli archivi di Piazza Mignanelli, sede romana della maison Valentino

Qui Pierpaolo Piccoli, direttore creativo della Maison, ha creato una vera e propria metodologia di lavoro. Un processo di messa a fuoco e ricerca, di analisi e costruzione.

Un esempio concreto è costituito dalla recente collezione Escape 2022, che riprende le stampe Round Rain (1966), le Valentino Waves multicolor (1970) e la Giraffa re-edition (1966), materializzando l’immaginario di una evasione estiva con una spiccata personalità grafica ed un senso di edonismo latente.

QUANTE SFUMETURE DI ROSSO SONO PRESENTI NEGLI ARCHIVI DELLA MAISON?

Il volume propone un percorso tra oltre 550 palette di rosso nelle creazioni haute couture e, paradossalmente, riesce a fare del comune denominatore rosso un sottofondo capace di mettere in primo piano la maestra artigianale della maison.

Pierpaolo Piccoli ha raccontato di aver trovato ispirazione nel lavoro dell’artista Lucio Fontana, sul tema della monocromia.
Fontana è autore delle celebri tele monocromatiche su cui realizzava dei tagli.
Tele con cui proponeva un nuovo concetto di spazio. La tela, per Fontana, non è più una superficie su cui viene dipinto il quadro, ma è essa stessa un elemento nello spazio.
Il taglio fa sì che questa superficie non sia più piatta, produce uno slittamento della luce e crea l’illusione di uno spazio infinito dietro la tela.

Piccoli aveva già dimostrato il suo interesse per la monocromia nella collezione AI22/23 con il #PinkPP. Qui l’uso di un solo colore aveva creato un vero e proprio cortocircuito nella percezione di chi ha osservato la sfilata, ambiente ed abiti rosa hanno consentito all’occhio di osservare con attenzione dedicata tagli, strutture e tessuti degli abiti. Di andare oltre l’apparenza, cercando l’autenticità

non è questo l’heritage?

 

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